#25 - The rave party, il podcast che ti racconta cosa (non) sono i rave
Se quando pensi ai rave party pensi solo a qualcosa di illegale. Benvenuto nel club... di quelli che non ne sanno nulla sui rave party.
Ciao, è da un po' che non ci sentiamo qui su SuggeriPODCAST. Ma non temete, perché le 12 ore di sonno della notte passata hanno portato consiglio e quindi eccomi qui con la 25° edizione di SuggeriPODCAST, la newsletter meno puntuale della storia che esce quando le pare. Preparate le cuffie perché oggi andiamo a fare un viaggio un po' particolare - lo definirei “meditativo” - che affonda le sue radici nella rigida Inghilterra del thatcherismo.
Oggi vi parlo di "The Rave Party - Una storia proibita", un podcast di Chora Media in 5 puntate, scritto e interpretato da Marco Mancassola, scrittore che ha vissuto sulla sua pelle la cultura del clubbing prima e dei rave poi.
Non so da dove iniziare sinceramente…
Sono tornata ieri pomeriggio dalla Guyana Francese (qui se vuoi seguire il reportage), un posto che conoscono in pochi (a meno che non lavoriate nel settore aerospaziale). È una regione del Sud America che tecnicamente è francese e che ospita l'unico spazioporto europeo. Per me questa è stata la seconda volta ed è stata un'esperienza incredibile. Mentre ero sul volo di ritorno ho avuto molto tempo per pensare, e per questo possiamo ringraziare Air France che, a causa di un improbabile guasto all'impianto di illuminazione dell'aereo, non è riuscita a spegnere la luce del nostro volo notturno. Ho passato 9 ore con gli occhi sbarrati, completamente persa tra i miei pensieri: razionalmente il mio cervello sapeva che era notte e aveva molto sonno, ma la luce accesa subdolamente mi ingannava dicendomi "che cacchio dici, non vedi che è giorno? Non è il momento di dormire". In quelle 9 lunghissime ore la mia mente ha vagabondato senza tregua, pensando ossessivamente a questa newsletter.
"Sono settimane che non scrivo niente, chissà cosa penseranno di me, che sono una scansafatiche, che inizio le cose e le lascio a metà nonostante l'entusiasmo". Dal senso di colpa siamo passati a pensieri tipo "ok Fjona, concentrati, che gli raccontiamo nella prossima edizione di SuggeriPODCAST che sicuramente scriverei nel weekend?"
Beh, in effetti ho ascoltato tantissimi podcast recentemente e sono tutti bellissimi, ma anche parecchio alti in classifica, quindi in un modo o nell'altro mainstream, aka "potete trovarveli da soli senza il mio aiuto". In effetti l'esistenza di questa newsletter ha senso solo se tramite le mie ricerche riuscirete a scovare qualche podcast dimenticato nei meandri delle piattaforme, e così sarà anche questa volta.
A un certo del mio allucinatissimo volo di rientro da Cayenna ho avuto un'illuminazione: la TECHNO. So che potrebbe sembrare tutto sconclusionato, ma seguitemi, perché la techno (e i pregiudizi che la precedono) saranno il fil rouge del podcast che vi suggerisco oggi.
La techno e i pregiudizi
Ogni volta che dico su Instagram che amo la techno, tutti mi scrivono "ma dai, non avrei mai pensato". Il mio corpo reagisce con la stessa rabbia di quando mi dicevano "ma dai, non sembri albanese".
Perché come sono quelli che ascoltano la techno? Degli sballati.
E gli albanesi invece come sono? Dei delinquenti.
I nostri pregiudizi ci precedono, a volte sotto forma di stupore. Quei "e chi l'avrebbe mai detto" ci dimostrano come a volte riusciamo ad essere superficiali senza nemmeno accorgercene.
Ormai non frequento più gli ambienti techno da anni: vado per i quaranta e non ho più il fisico per stare in piedi fino a notte fonda, ma soprattutto è difficile trovare delle serate come si deve, soprattutto se si è usciti dal giro. Per ogni volta che vado a Tokyo c’è un rituale che devo sempre rispettare. Mi faccio portare da amici italiani a una festa techno, perché a Tokyo ci sono sempre un sacco di party con musica che picchia sempre come un fabbro, in cui nessuno ti ruba nulla, dove la gente non si mena per futili motivi e nessuno ti tocca il culo per "sbaglio". Insomma, puoi goderti la serata senza troppe preoccupazioni.
Era il giorno di Halloween del 2023. Sono dentro a uno scantinato (a Tokyo la maggior parte dei club sono così) e mi piazzo davanti alla cassa. Quel ritmo così cadenzato, quel beat martellante che ti fa vibrare il petto, risulta catartico, quasi un esercizio di meditazione che riesce a distoglierti da tutti i brutti pensieri. Ecco cos'è per me la techno: l'ho realizzato, come un'epifania, proprio mentre ero davanti a quella cassa a Tokyo. Da ragazzina, quando frequentavo i party con gli amici, non l'avevo capito: ero solo impegnata a divertirmi. In realtà ci andavo perché mi aiutava a svuotare la mente dalle preoccupazioni di tutti i giorni ed era bellissimo. Questa sensazione catartica la sperimenta anche lo stesso autore del podcast - Marco Mancassola - il quale si rende conto in modo epifanico di quello che per lui rappresenta la musica techno. Quasi un rito mistico.
Non ho mai frequentato i famigerati Rave Party... forse perché sono arrivata troppo tardi e i veri rave party non facevano parte della mia generazione. Come li consideriamo oggi? Beh, i rave oggi sono roba da delinquenti e fattoni, lo dice la legge. Non a caso, nel 2022, l'allora nuovo governo italiano emanò il "Decreto Rave".
I rave non sono solo roba da sballati e occupatori di terreni privati (anche se lo possono essere): ma sono soprattutto altro, un movimento che inizia a mettere le proprie radici durante gli anni '80 nella rigida Inghilterra del thatcherismo, per evadere da quel rigore opprimente.
Perché ascoltare “The Rave Party”
Il podcast "The Rave Party", attraverso la voce melliflua e pacata dell'autore Marco Mancassola (del tutto dissonante da quello che è il concetto comune dei rave, caratterizzati da musica che picchia forte), vi racconterà una storia fatta di sintetizzatori, di nuovi suoni acidi e graffianti, mai sentiti prima di allora. Una racconto di ribellione, libertà (si chiamavano anche Free party), di un senso di appartenenza a una comunità libera dalle classi sociali, fatta di beat ripetitivi e di edonismo all'ennesima potenza.
Insomma, quello che (non) sappiamo dei rave party è solo la punta dell'iceberg di una sottocultura (da alcuni definita anche controcultura) che ha ridefinito il mondo della musica dagli anni '80 ad oggi.
Il podcast, inoltre, vi farà scoprire anche storie fuori di testa come quella del collettivo britannico Desert Storm che, con il proprio camioncino con a bordo un sound system, portò nella Sarajevo devastata dalla guerra del 1995 un po' di techno per far ballare i giovani traumatizzati da quei violenti anni '90.
Ascoltate "The Rave Party - Una storia proibita" perché qui nulla è come sembra.
Offtopic: cosa ho letto e visto recentemente
Sto leggendo davvero tantissimo recentemente, quasi in modo frenetico e non mi capitava da tantissimo. Sarà uno dei miei tanti periodi ossessivi, a volte mi succede con gli argomenti altre con le azioni (leggere in questo caso).
Dato che presto andrò a fare un giro a Taiwan ho voluto capirci qualcosa in più su questa isola enigmatica. Ho terminato “L’isola sospesa” di Stefano Pelaggi che mi ha aiutato a comprendere l’importanza strategica di questa isola che è poco più grande della Sicilia.
E poi… ho visto la serie del momento: “Il problema dei tre corpi” (la visione è caldeggiatissimissima), una serie fantascientifica originale Netflix che però ha forti basi scientifiche. Si tratta del riadattamento cinematografico dell’omonima trilogia scritta dall’autore cinese Liu Cixin. Mi sa che ora mi tocca leggere anche i libri 🫣
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