#05 - “Ti scorderai di me”: è un podcast che tutti dovremmo avere il coraggio di ascoltare
“Ti scorderai di me” tratta un argomento scomodo, controverso e doloroso: il suicidio assistito. Dopo averlo ascoltato, nulla sarà più come prima.
Se c’è una cosa che mi spaventa tanto da lasciarmi di sasso… è proprio la morte. Sia chiaro, non la mia, ma quella delle persone a cui voglio bene. Questo podcast, parla in modo lucido e gentile della mia paura più grande, con un’empatia fuori dal comune. L’edizione numero 5 di SuggeriPODCAST sarà forse un po’ confusa, ma quando avrete finito di leggerla capirete perché.
Non so esattamente cosa voglia raccontarvi di questo podcast dal titolo “Ti scoderai di me” perché mi ha segnata talmente tanto nel profondo che a distanza di giorni dall’ascolto sono ancora disorientata. Mi ha fatto perdere un pezzettino della mia bussola interiore che sto a fatica cercando per poter rimettere tutto a posto, anche se con storie del genere... le cose non tornano mai al proprio posto, acquisiscono solo una nuova forma e basta.
“Ti scorderai di me” ma non di questa storia
Badate bene, non parla di semplice morte: ma di una morte programmata, voluta e desiderata. Quella morte che può alleviare ogni dolore, una morte che ha un nome specifico: suicidio assistito, una pratica illegale in Italia ma che oltreconfine – in Svizzera – acquisisce una nuova dimensione; una dimensione tremendamente reale.
La storia (vera) è quella di Pietro, un malato terminale che da anni cerca di ottenere la cosiddetta “la luce verde”, un via libera per andare in Svizzera e procedere con il suicidio assistito. Che strano poi: con il verde muori, con il rosso vivi. Tutto il contrario rispetto a quello a cui siamo abituati. Ma questa storia, quella di Pietro e del fotoreporter Sergio Ramazzotti, che lo ha seguito fino all’esalazione dell’ultimo respiro, è tutto fuorché a senso unico.
Il podcast è un viaggio in auto, ma anche a ritroso nel tempo: il fotoreporter Sergio Ramazzotti ripercorre - attraverso i suoi ricordi - le 48 ore trascorse in compagnia di Pietro: insieme hanno attraversato l’Italia, in direzione Svizzera dove ad attenderli c’è la dottoressa Erika Preisig che aiuterà Pietro ad esaudire il desiderio di porre fine alla sua esistenza. Un desiderio tragico che per Pietro rappresenta un sollievo.
Al posto di Pietro in questo percorso nei meandri del tempo e della memoria troviamo il giornalista Giovani Savarese, che lungo il viaggio in auto, riuscirà attraverso le sue domande a immergere l’ascoltatore nell’anima e nei ricordi del fotoreporter Sergio Ramazzoti.
Sergio Ramazzotti è un personaggio incredibile: tanto ruvido e provato dalle esperienze di vita vissute nei luoghi più difficili al mondo (come ad esempio l’Afghanistan) quanto spoglio di pregiudizi e pronto a mettere in discussione i suoi sentimenti; sentimenti profondi che nel corso del podcast riemergeranno travolgendovi come un fiume in piena. Prima arrabbiato, poi comprensivo, poi malinconico e infine grato. Le mille sfaccettature di Sergio Ramazzotti riescono a raccontare alla perfezione il disagio e il sollievo di Pietro, un uomo che ha programmato la propria morte, non senza lasciare alcune sorprese per quelli che sono restati.
Più trascorrono i minuti in compagnia di Pietro, più Sergio si affeziona a questo sconosciuto, e più si affeziona e più si rende conto che tutto avrà fine - in modo irreversibile - in sole 48 ore.
Perché ascoltare questo podcast
Mentre ascoltavo “Ti scorderai di me” ho pensato che avrei terminato tutte le lacrime che avevo in corpo e invece non è accaduto. Nemmeno una goccia. Questo perché le parole di Ramazzotti sono talmente lucide e contrastanti nella solo sincerità, da aprirvi una voragine dentro, non avrete tempo di piangere, perché la vostra mente inizierà a produrre domande.
Non domande etiche, che sfociano nel politico. Cose tipo: il suicido assistito è giusto o sbagliato?
Sono domande intime, gentili, senza giudizio: cosa spinge una persona a prendere una decisione del genere? Che pensieri scorrevano nella testa di Pietro mentre apriva la valvola che in pochi secondi lo avrebbe fatto addormentare per sempre?
“Ti scordai di me” è una piccola perla che tutti dovremmo trovare il tempo - e il coraggio - di ascoltare. E’ un racconto gentile e premuroso quanto devastante. Dopo che lo avrete ascoltato, non sarete più le stesse persone. Ve lo assicuro.
Il commento dei protagonisti… non ci sarà
Una delle caratteristiche della newsletter SuggeriPODCAST è quella di darvi il punto di vista di chi la storia l’ha scritta e vissuta ma ad essere sincera questa volta non me la sono proprio sentita di contattare nessuno.
Non me la sono sentita perché non volevo rovinare la dimensione intima del racconto che è tanto potente da darvi già tutte le risposte senza bisogno di aggiungere altro o scavare più in profondità.
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